CREDITO IMPOSTA RICERCA E SVILUPPO COSA FARE PER NON SBAGLIARE

La pubblicazione in GU del 29 luglio del decreto di attuazione del credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo, ne ha sancito la piena operatività a tutti gli effetti.Il Credito di imposta Ricerca e Sviluppo è oggetto di continue modifiche che negli anni di applicazione (2015/2020) ha visto mutare non solo le aliquote […]

La pubblicazione in GU del 29 luglio del decreto di attuazione del credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo, ne ha sancito la piena operatività a tutti gli effetti.
Il Credito di imposta Ricerca e Sviluppo è oggetto di continue modifiche che negli anni di applicazione (2015/2020) ha visto mutare non solo le aliquote di contributo ma, soprattutto, la tipologia di attività e di costi da inserire rendendo lo strumento di difficile interpretazione anche per gli addetti ai lavori.
In questo senso capita di incontrare spesso pratiche non conformi o per il progetto o per le modalità di calcolo della media storica o nella definizione dei costi imputabili.
Dopo i primi chiarimenti dell’Agenzia delle entrate è divampata la paura per cui c’è chi non ha fatto niente determinando comunque un danno ingiustificato per l’impresa.
La soluzione è fare i giusti passi per determinare e utilizzare il contributo spettante, iniziamo a sgombrare il campo:

Su cosa si applica l’aliquota di contributo?

In particolare il calcolo del credito di imposta, qualunque sia l’anno di applicazione, si applica ad un valore incrementale determinato dalla differenza tra i costi relativi all’anno preso in esame di realizzazione delle attività di RS e la media storica dei costi di RS sostenuti nel periodo 2012/2014 (ovvero il triennio precedente alla uscita del decreto)
Quindi ipotizzando un costo di 100k nell’anno di riferimento e un costo complessivo di 150k tra il 2012-2013-2014 il delta su cui calcolare il credito di imposta sarà di 100k – 50k (150k/3)= 50k

Detto questo occorre dire che le aliquote sono diverse in base alle voci di costo e all’anno di riferimento:

2015/2016 – le aliquote sono 2: 50% per personale qualificato e consulenze esterne; 25% per il personale tecnico, le attrezzature, le lavorazioni esterne, l’acquisto di privative
2017/2018 – aliquota unica del 50% su tutte le voci
2019 – le aliquote sono 2: 50% per tutto il personale e le consulenze realizzate da organismi di ricerca o PMI innovative (iscrizione camera di commercio sezione imprese innovative)
2020 – Aliquota unica portata al 12% su tutte le voci

Come attivarsi per valutare il credito imposta per R&S

—> passo 1: identificare i progetti di ricerca realizzati nel periodo 2015/2019 e quelli da realizzare
nel 2020.

Per ogni progetto è importante individuare il periodo di quantificazione dei costi suddivisi per le seguenti tipologie:
a) Personale subordinato impiegato indicando volume di ore dedicate e costo orario lordo
b) Attrezzature utilizzate che abbiano un valore di costo storico di € 2000 e siano ancora nel periodo di Ammortamento. Anche per queste si dovranno quantificare le ore di utilizzo
c) Contratti di consulenza esterna, quantificando il costo e la tipologia di fornitore
d) Lavorazioni esterne e test esterni relativi al prototipo, quantificando il costo e indicando il tipo di fornitore

—> passo 2: ricercare nei bilanci del triennio precedente (2012-2014) i costi di r&s imputati
Partendo dal dato di bilancio occorre verificare i progetti inseriti per capire sia se sono stati inseriti correttamente sia per suddividere il valore indicato secondo le voci di costo del punto precedente In questo caso occorre anche verificare se ci sono costi di ricerca imputati, ma non utili ai fini del credito imposta ricerca perché su voci di coste non comprese (materie prime, spese generali, ecc.)

—> passo 3: fare la media del triennio precedente con valori omologhi a quelli ammissibili,
diviso per i due raggruppamenti voci a) e c); voci b) e d)
Questa suddivisione sarà utilizzata in modo diverso sulla base del periodo di calcolo del credito di imposta. (ved. diversa applicazione delle aliquote indicata precedentemente)

—> passo 4: identificare i costi ammissibili in relazione alle voci a) b) c) d) di costo applicabili nei vari anni.

>passo 5 rendicontazione
Occorre predisporre un fascicolo di rendiconto che contiene la descrizione dei progetti realizzati e l’individuazione dei costi per tipologia di voce di spesa.
Per i costi occorre verificare e raccogliere la documentazione necessarie a dimostrare l’effettività dei costi sostenuti così come normalmente si fa per rendicontare un progetto oggetto di contributo pubblico
Terminate le verifiche e applicati i criteri di calcolo per l’anno sotto osservazione si determina il credito spettante

—>passo 6 richiesta del credito
Definito il credito spettante si riporta in bilancio e lo si scala direttamente a compensazione sull’F24 una volta depositato il bilancio (quindi l’anno successivo)
In caso di individuazione di crediti non richiesti relativi ad anni pregressi è possibile effettuare una integrazione alla dichiarazione fatta e recuperare a compensazione il credito nell’anno successivo a quello dell’integrazione.

Quali vantaggi?

Il costo spesso è su voci che l’azienda ha a prescindere perché o sono già sostenuti (anni pregressi) o riguardano voci di costo che comunque sono presenti come il personale interno. Se si considera che tra il 2015 e il 2019 il personale è riconosciuto in gran parte al 50% di contributo non è difficile comprendere il valore di una misura come questa.

Quali rischi?

I rischi per questa misura sono perlopiù determinati dall’incertezza dovuta a circolari applicative non sempre chiare e la modalità automatica di utilizzo (senza avere un’approvazione preventiva). In genere il credito di imposta è gestito dal settore finanza e controllo all’interno di un’impresa ma questa misura richiede un team interdisciplinare formato da esperti di Ricerca e sviluppo (o per meglio dire sullo sviluppo sperimentale e la ricerca industriale), esperti di normative e contributi europei per la definizione dei costi rientranti e esperti di procedure fiscali nazionali.
Se la questione è presa da un unico punto di vista, qualunque esso sia, i dubbi interpretativi saranno tali da bloccare il sistema.

Quale soluzione?

In questo senso Fondeasy può contare su un team interdisciplinare che fa rete sugli strumenti di contributo per le attività inerenti alla ricerca e sviluppo e ai temi di industria 4.0 che è in grado di supportare l’azienda a muoversi senza rischi o quantomeno con la consapevolezza dei potenziali elementi di rischio.
Questo, oltre a determinare un vantaggio su questo tipo di strumento, permette di ampliare le opportunità di recupero individuando strumenti di finanziamento aggiuntivi o alternativi.
Un esempio su tutti riguarda il 2020 dove avremo un credito di imposta RS ridotto al 12% di aliquota ma lo potremo cumulare con un contributo su un bando regionale di RS inserendo il progetto su logiche finanziabili, aggiungendo un contributo del 30%.
Oltre a questo è possibile prevedere la crescita delle competenze interne su temi come la digitalizzazione e l’automazione grazie allo strumento della Formazione 4.0 che copre i costi di mancata produzione del personale impegnato in attività di formazione interna attraverso un credito di imposta. (Es. implementazione di un gestionale obbliga all’addestramento del personale che dovrà utilizzarlo, le ore dedicate alla formazione e all’addestramento se registrate danno diritto ad un credito del 50% calcolato sul costo orario lordo per le ore dedicate).

Un saluto

Andrea Falleri